“la follia degli onesti: per una causa giusta è giusto battersi, sempre…”
Concluso il biennio a Francavilla Fontana, dopo il “fallimento” di Taranto, Pietro fu messo a pensione a Brindisi per completare gli studi all’ITIS “G. Giorgi”: specializzazione in chimica industriale. La Montedison era lì ad attendere fiumane di periti chimici! Qualcuno, ma solo qualcuno, vi trovò occupazione. Abitare a S. Pietro degli Schiavoni, un caseggiato popolare nel cuore di Brindisi, era come stare a Villa Castelli: la vita di crocicchio e il gusto della “chiacchiera” era lo stesso. E a lui la “chiacchiera” piaceva tanto.
Ma il ’68 faceva sentire i suoi echi anche a Brindisi. Nelle scuole c’era fermento e la primavera del ’69 fu l’anno delle occupazioni a tappeto delle scuole medie superiori. Contro la riforma Gui, per lo più; talvolta, a favore.
Conseguito il Diploma di Perito Chimico nel ’70, Pietro decise di fermarsi a Brindisi: non solo il movimento degli studenti era una realtà in espansione ma anche la giovane classe operaia cominciava a muovere i primi passi da protagonista con la lotta contro le “gabbie salariali”.
Stare a Brindisi rendeva più semplice raggiungere il rione Perrino, via obbligata per i pullman diretti alla Zona Industriale e fare volantinaggio prima che albeggiasse, ai turnisti della Montedison e via via agli operai delle ditte appaltatrici.
Anni epici il ’69, ’70 e il ’71 a Brindisi. Il protagonismo degli studenti, la loro irruzione nelle piazze e nelle vie del centro tolse definitivamente il sonno a Manco e ai suoi "mazzieri". La rabbiosa e vile aggressione agli studenti riuniti nella sede di S. Pietro degli Schiavoni, con l’accoltellamento di Donato Peccerillo, accelerò il loro discredito e ridimensionò drasticamente la loro baldanzosa fama di “pretoriani” al seguito del capo nei paesi della provincia, nel leccese e nel tarantino.
Pietro, poi, sarà molto presente a Brindisi, negli anni ’80 e ’90: come vice-segretario provinciale della Lega delle Cooperative Agricole; come segretario provinciale di Rifondazione Comunista; come Senatore della Repubblica. In questa veste si trovò ad affrontare una delle battaglie più rischiose, anche per la propria incolumità. Pretese si facesse luce su stranissimi traffici all’Aeroporto e sui “torbidi” che portarono la Questura di Brindisi ai tristi onori della cronaca giudiziaria nazionale.