“la follia degli onesti: per una causa giusta è giusto battersi, sempre…”
Milano, la metropoli. Milano, il laboratorio più fervido del lungo ’68 italiano.
Pietro vi aveva fatto occasionali incursioni nei primissimi anni settanta: per incontrare intellettuali come Nanni Arrighi, come Dario Fo e Franca Rame e sensibilizzarli sulle "lotte bracciantili" in Puglia, sul Circolo Lenin di Puglia che sulla "questione agraria" aveva prodotto originali elaborazioni, per “questuare” sostegni economici alla causa, magari in cambio di qualche lattina di olio extravergine.
A Milano, però, si era stabilita Anna, la donna della sua vita. E Pietro pensò bene di raggiungerla, nella primavera del ’73.
Ed ecco che, senza alcuna spesa di rappresentanza, il Circolo Lenin di Puglia aveva trovato il suo Ambasciatore presso la vivace e articolata realtà della sinistra extraparlamentare milanese..
Per alcuni mesi, Pietro sarà ospitato da compagni di ventura del profondo Salento, anch’essi in cerca di futuro a Milano. E lavorerà in una piccola manifattura. Successivamente troverà occupazione come “informatore scientifico”. Abito e cravatta, Ford Escort berlina blu: tutto un altro mondo. E la possibilità, finalmente, di abitare un monolocale in via Washington, al numero 57. Incredibile, ma c’era sempre posto per tutti in quel monolocale. Anna ne era orgogliosissima.
Pietro sapeva muoversi con sicurezza a Milano. Non solo per via del lavoro che richiedeva necessariamente l’uso dell’auto. Ma a piedi, per le vie più suggestive del centro storico, anche le meno esplorate. Ma qui, l’apripista e la guida era stata Anna che a piedi non aveva rivali.
La collezione di nuove conoscenze e di franche amicizie si sprecava. Tanti a S. Giuliano; tantissimi a piazza S. Stefano; e la schiera di parenti e compaesani che vivevano a Milano non era da meno. Con Pietro ci voleva poco ad allacciare rapporti. Ci pensava lui. E pensava anche a consolidarli in qualche trattoria sui Navigli.
Solo la nostalgia canaglia della sua terra poteva strapparlo alla metropoli.