“la follia degli onesti: per una causa giusta è giusto battersi, sempre…”

 

Villa Castelli: tra Murge e Salento. Così il titolo di un video realizzato da un Laboratorio Collettivo di giovani su iniziativa dell’Amministrazione Comunale. Un paese nato quasi per scommessa. Un azzardo, di esigua superficie, incastrato tra centri di antico lignaggio: Grottaglie, Francavilla, Ceglie, Martina. Sempre alla ricerca di una propria identità. Tanti lavoratori della terra, per lo più braccianti; pochi artigiani; pochissimi commercianti.

E’ qui che nasce Pietro nei primissimi anni del dopoguerra, il 14 novembre del 1947. La famiglia di Pietro viveva alla giornata, come tante. Di solida formazione cattolica e contadina la madre, rigorosissima economa dello scarso e saltuario reddito familiare;  anticlericale irriducibile e socialista il padre, dei tanti e aleatori mestieri: pastore, commerciante di bestiame, macellaio, compratore di olive per conto di scaltri frantoiani.

L’infanzia a imparare la vita per strada, a sognare mille altri fantastici mondi al Cinema Italia: un lusso che non costava, grazie alla complicità di uno zio tuttofare a cui era affidata la custodia della sala.

Pietro ha amato con rabbia il suo paese. Lo voleva più dinamico, meno bigotto, meno rassegnato ad un destino di isolamento e di vita riflessa.

Contestare l’autorità indiscussa del prete e il conformismo imperante; scandalizzare per costringere ad aprire gli occhi; rompere gli schemi del fatalismo sonnacchioso e rinunciatario: non c’erano molte altre possibilità negli anni cinquanta e sessanta, per farsi sentire. Ribelle e sempre con i perdenti: indiano, con improbabili arco e frecce, contro i magnificati “nostri” a cavallo armati di fucili e pistole. Giocare d’astuzia, di imprevedibilità e di determinazione contro chi poteva contare su forze soverchianti. Sarà un tratto distintivo del suo carattere: non rassegnarsi mai a ciò che è ingiusto, anche se appare insuperabile.

 

 

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